Fare Digitale: la cultura data-driven al centro dell’impresa

Il 3 aprile 2025 si è svolto il terzo modulo del percorso Fare Digitale, promosso da PIDMed – il Punto Impresa Digitale della Camera di Commercio di Salerno. Dopo aver affrontato i temi della strategia e dell’innovazione digitale, il focus si è spostato su una delle risorse più preziose per le imprese contemporanee: i dati. A guidare l’incontro è stato Michele Aponte, CEO e CTO di Ellycode, Microsoft MVP e ideatore della piattaforma di business intelligence Elly. Il suo obiettivo? Dimostrare che anche le PMI, se correttamente guidate, possono diventare organizzazioni data-driven, in grado di raccogliere, leggere e usare i dati per prendere decisioni migliori.

I falsi miti da superare: i dati non sono solo per le grandi aziende

Aponte ha esordito sfatando alcuni luoghi comuni:

 “Non è vero che solo le grandi aziende possono usare i dati. E non è vero che servono milioni di record o competenze tecniche avanzate per iniziare.”

In realtà, ha spiegato, ogni impresa – anche la più piccola – produce quotidianamente una quantità enorme di dati: vendite, clienti, fatture, feedback, flussi social. La sfida non è generarli, ma organizzarli e trasformarli in informazione utile.

Come diventare un’impresa data-driven: partire dalle domande giuste

Il cuore dell’intervento è stato dedicato a un principio semplice ma potente: i dati non parlano da soli, vanno interrogati.
Aponte ha mostrato come partire dalle domande più concrete che un imprenditore si pone ogni giorno – ad esempio “quale cliente è più redditizio?”, “quali prodotti vendono meglio?”, “dove sto perdendo soldi?” – per capire quali informazioni servono davvero e come strutturarle.

KPI, dashboard e AI: strumenti concreti per prendere decisioni migliori

Nel corso del modulo, Aponte ha illustrato una serie di strumenti semplici e accessibili per raccogliere e visualizzare i dati. Ha spiegato l’importanza di pochi KPI ben scelti, dashboard chiare e strumenti intuitivi come Excel o Google Sheets, fino ad arrivare alle piattaforme di business intelligence, più avanzate ma sempre più accessibili grazie all’intelligenza artificiale.

“Meglio tre numeri giusti che trenta grafici inutili,” ha detto, sottolineando come la chiarezza conti più della quantità.

Una parte molto apprezzata dell’intervento è stata dedicata all’uso dell’AI generativa per interrogare i dati. Aponte ha mostrato esempi pratici di come oggi sia possibile chiedere a un sistema: “Trova i clienti più redditizi del trimestre” oppure “Fammi un riassunto delle vendite”, ricevendo risposte comprensibili anche per chi non ha competenze tecniche.

L’intelligenza artificiale non sostituisce l’imprenditore, ma gli offre occhi in più”.

Come iniziare: piccoli passi per grandi risultati

Per concludere, Aponte ha indicato un percorso semplice per avvicinarsi all’analisi dei dati:

  • Raccogliere i dati che già esistono (in Excel, email, gestionali);

  • Scegliere 2-3 indicatori chiave da monitorare ogni settimana;

  • Usare l’AI per semplificare la lettura dei dati;

  • Parlare con il team e costruire insieme una cultura del dato;

  • Chiedersi ogni giorno: “Cosa mi dicono i numeri?”

Scarica le slide per approfondire i contenuti dell’intervento

Per chi desidera approfondire, è possibile scaricare le slide complete di Michele Aponte compilando il form sul sito PIDMed. Un’occasione per avere tra le mani strumenti e suggerimenti pratici per iniziare a lavorare con i dati in azienda.

Prossimo appuntamento: Digitalizzazione dei processi e automazione

Il percorso Fare Digitale prosegue il 2 maggio 2025 con un modulo dedicato alla digitalizzazione dei processi aziendali e all’automazione, per imparare a rendere più efficienti le attività quotidiane e migliorare il controllo delle risorse.

📍 Iscriviti gratuitamente su www.pidmed.eu e scopri tutti i prossimi moduli in programma.

I vini della provincia di Salerno a Vinitaly, tra digitalizzazione e aggregazione

Vinitaly Campania Salerno

Il settore vitivinicolo italiano tra record e nuove sfide

Il settore vitivinicolo italiano ha registrato nel 2024 un nuovo record nell’export, superando gli 8 miliardi di euro di fatturato con quasi 22 milioni di ettolitri spediti oltre confine. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione, rappresentando il 24% del fatturato complessivo all’estero, grazie a un incremento del 10,2% in valore e del 7% in volume.

In questo contesto di crescita, la Campania ha contribuito significativamente, con una produzione di 614.000 ettolitri nel 2024, segnando un aumento del 30% rispetto all’anno precedente.

La trasformazione digitale come leva strategica

Tuttavia, il settore vitivinicolo italiano affronta sfide significative, tra cui la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici, alle fluttuazioni del mercato e alle evoluzioni delle preferenze dei consumatori. La trasformazione digitale emerge come una leva cruciale per affrontare queste sfide, offrendo strumenti per ottimizzare la produzione, migliorare la qualità e rafforzare la competitività sui mercati internazionali.

La ricerca del PIDMed a Vinitaly

Il PIDMed, Punto Impresa Digitale della Camera di Commercio di Salerno, che supporta le micro, piccole e medie imprese (MPMI) nel processo di trasformazione digitale, nel corso della giornata inaugurale di Vinitaly – fiera internazionale di vino tra le più conosciute e amate al mondo, in corso a Verona fino al 9 aprile – ha reso pubblica una ricerca sul grado di digitalizzazione delle aziende vitivinicole della provincia di Salerno, molte delle quali presenti a Verona nel padiglione della Regione Campania.

Scarica il report QUI 

La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e il Consorzio Vita Salernum Vites, ha coinvolto 31 aziende, rilevando un tessuto economico fatto di piccole realtà (58,2% ditte individuali; 42,3% ha tra 5 e 10 ettari di vigneto), con basso livello di digitalizzazione strutturata, ma con un’elevata vocazione alla qualità e alla sostenibilità (83,9% produce vini DOP/IGP, 33,3% ha una certificazione biologica).

Le tecnologie 4.0 più utilizzate riguardano:

  • l’e-commerce (61,3%),

  • i pagamenti digitali (67%),

  • la sensoristica di campo

  • e i sistemi GIS/GPS per la mappatura dei vigneti (35,5%).

Le aziende della nostra provincia sono piccole e disposte lungo un territorio ampio da Positano fino a Sapri” – ha dichiarato Andrea Ferraioli, presidente del Consorzio Vita Salernum Vites – “Inoltre siamo una provincia vitivinicola giovane. Abbiamo bisogno di differenziarci e fare sistema, sfruttando le DOC territoriali e non legate al vitigno, sull’esempio della Costa d’Amalfi. Questo sta avvenendo, anche grazie all’impegno della Regione, della Provincia e della Camera di Commercio di Salerno. Il digitale è una delle armi a nostra disposizione per emergere in modo congruo e serio”.

Andrea Ferraioli
Andrea Ferraioli, Presidente Consorzio Tutela Vini Salerno

Digitalizzazione e competenze: le criticità

Tuttavia, mancano figure tecniche capaci di gestire questi strumenti in modo strategico, e molti processi aziendali non sono ancora formalizzati. Circa la metà delle imprese intervistate (48,4%) segnala difficoltà nella formazione del personale. La carenza di competenze digitali è una barriera concreta all’innovazione.

Siamo consapevoli che esiste una richiesta di figure professionali specializzate” – ha commentato Andrea Prete, presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno – “Il mismatch aumenta in modo esponenziale quando le imprese richiedono competenze digitali o green, e tutto questo ha un costo in termini di competitività. Per questo motivo stiamo investendo, oltre che sulla formazione mirata alle imprese attraverso PIDMed, anche sulle risorse umane. Puntiamo sul sistema degli ITS, con i quali abbiamo dato vita a percorsi formativi post diploma ad alta specializzazione, anche nel settore dell’Agritech”.

Un cambiamento in atto

La situazione è quindi in trasformazione. Molte aziende sono consapevoli delle opportunità offerte dalla digitalizzazione, ma restano forti resistenze culturali, carenza di infrastrutture, scarsa formazione tecnica e accesso limitato alle risorse.

Tuttavia, emerge una crescente apertura, specie tra le nuove generazioni di imprenditori, verso modelli sostenibili, innovativi e cooperativi.

Il prof. Alex Giordano, direttore scientifico del programma Rural Hack, che collabora con PIDMed e autore del libro “Foodsystem 5.0: Agritech, Dieta Mediterranea, Comunità”, ha sottolineato l’importanza di una trasformazione digitale inclusiva:

La trasformazione digitale, per le microimprese del vino, serve a farle cooperare, a costruire filiere intelligenti e a condividere le risorse. Il digitale – conclude – deve fungere da catalizzatore per la collaborazione, poiché le sfide globali richiedono risposte collettive”.

Alex Giordano
Alex Giordano, Direttore scientifico di PIDMed e di RuralHack, co-curatore della ricerca

Scarica il report QUI 

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Costruire una strategia digitale e una roadmap per l’innovazione

Fare Digitale continua: un secondo modulo ricco di strumenti e visione

Il percorso Fare Digitale, promosso dalla Camera di Commercio di Salerno attraverso il progetto PIDMed, è entrato nel vivo con il secondo appuntamento tenutosi il 6 marzo 2025. Dopo aver introdotto le basi della trasformazione digitale nel primo incontro, il focus si è spostato sulla strategia digitale e sulla costruzione di una roadmap per l’innovazione. A guidare questa tappa è stato Giuseppe Noschese, imprenditore e consulente, fondatore di Ecommerce HUB, esperto di open innovation per Sellalab e autore del libro Ecommerce Startup.

Noschese ha accompagnato imprenditori e professionisti in un vero e proprio viaggio che ha mescolato visione, metodo e concretezza. Il suo intervento ha offerto alle PMI una bussola strategica per orientarsi nel mare della digital transformation.

Innovare non significa solo usare tecnologia

Fin dalle prime battute, Noschese ha voluto sgombrare il campo da un equivoco comune: innovazione non è sinonimo di tecnologia. Certo, la tecnologia è una componente fondamentale, ma è solo uno degli strumenti attraverso cui un’impresa può esprimere la propria capacità di evolversi e attraverso cui preparare una efficace strategia digitale.

Attraverso casi concreti – da Toyota a Netflix, da Apple a Patagonia – Noschese ha spiegato come l’innovazione possa riguardare processi, prodotti, organizzazione interna, marketing, modelli di business o persino il rapporto con la società. Ogni esempio è stato un tassello per costruire un concetto ampio e profondo: innovare significa trovare modi nuovi ed efficaci per migliorare ciò che già esiste, mettendo al centro clienti, contesto e capacità di ascolto.

La strategia parte dalla vision: come costruire la propria identità competitiva

Al centro dell’intervento una chiara convinzione: ogni processo di innovazione solido nasce da una strategia chiara e consapevole. Noschese ha presentato un modello articolato che parte da elementi identitari come vision e mission, per arrivare alla definizione della corporate strategy, della business strategy e infine del posizionamento competitivo.

Attraverso strumenti come il Golden Circle di Simon Sinek, ha mostrato come partire dal “perché” (la motivazione profonda dell’impresa), per arrivare al “come” (il modo in cui si agisce) e al “cosa” (prodotti e servizi). L’obiettivo? Creare una connessione emotiva autentica con il cliente e generare un posizionamento distintivo sul mercato.

Conoscere il contesto: mercato, clienti e competitor

Un’altra componente fondamentale della roadmap proposta è la capacità di raccogliere e analizzare dati. Noschese ha spiegato come approcciare l’analisi del mercato in modo pratico: comprendere i comportamenti digitali degli utenti, intercettare i trend, osservare i concorrenti, capire cosa funziona e cosa no.

Senza scivolare in tecnicismi, ha accompagnato i partecipanti a familiarizzare con una serie di strumenti – gratuiti e a pagamento – per raccogliere insight su pubblico, performance, sentiment e strategie dei competitor. Un approccio data-driven, quindi, che consente di prendere decisioni strategiche più informate, flessibili e aderenti alla realtà.

Creare valore: il cliente al centro del modello di business

Una delle parti più stimolanti dell’incontro è stata dedicata al concetto di proposta di valore. Per Noschese, oggi le imprese non possono più permettersi di proporre un prodotto o un servizio “generico”. Devono capire quale problema stanno risolvendo per i propri clienti e quale beneficio unico offrono.

Attraverso strumenti come il Business Model Canvas, il Value Proposition Canvas e il metodo dei Jobs To Be Done, Noschese ha illustrato come si possa progettare un’offerta che parli direttamente alle esigenze reali (e spesso latenti) delle persone. L’esempio del progetto “Calzolaio.online” ha dimostrato come anche una realtà artigianale e tradizionale possa innovare radicalmente, offrendo un servizio digitale di qualità per la cura di accessori di lusso, grazie a un’attenta analisi dei bisogni del cliente.

Il digitale è un’onda: serve cultura e sperimentazione

A conclusione dell’intervento, Noschese ha ribadito un concetto chiave: il digitale è prima di tutto cultura. Non si tratta solo di aggiornare strumenti o processi, ma di abbracciare un nuovo modo di pensare l’impresa. Un mindset aperto alla sperimentazione, all’ascolto, all’adattamento continuo.

Il digitale è un’onda: se non la percepisci in tempo per cavalcarla, ti travolge”, ha detto.

E proprio per questo motivo, ogni imprenditore deve imparare a interpretare i segnali, testare soluzioni, ascoltare feedback e reagire con flessibilità e visione.

Scarica le slide dell’intervento

 

 

Per approfondire i contenuti trattati da Giuseppe Noschese, è possibile scaricare le slide complete dell’incontro compilando il form disponibile sul sito PIDMed. Gli strumenti e i modelli proposti sono disponibili in formato pratico, per accompagnare le imprese nella costruzione della propria strategia digitale. C0mpila il breve questionario sopraindicato.

Prossimo appuntamento: i dati come risorsa strategica per l’impresa

Fare Digitale prosegue il 3 aprile 2025 con il terzo modulo del corso, dedicato alla Gestione dei dati e processi data-driven, a cura di Michele Aponte. Un’occasione preziosa per imparare a valorizzare i dati in azienda e usarli per migliorare decisioni, efficienza e competitività.

Iscriviti gratuitamente su www.pidmed.eu e resta aggiornato sul programma.

I primi passi verso la trasformazione digitale delle imprese

Un percorso per l’innovazione digitale delle imprese salernitane

Il 7 febbraio ha preso il via Fare Digitale, il percorso formativo promosso dalla Camera di Commercio di Salerno attraverso il progetto PIDMed. L’obiettivo è chiaro: accompagnare le PMI della provincia di Salerno in un processo di trasformazione digitale strutturato e consapevole. L’evento di apertura ha visto protagonista Gabriele Granato, esperto di web marketing e comunicazione digitale, che ha offerto una panoramica approfondita su cosa significhi realmente trasformare digitalmente un’impresa.

 

Dalla digitalizzazione alla trasformazione: il cuore dell’intervento di Gabriele Granato

“Digitalizzare non significa semplicemente usare strumenti digitali, ma cambiare il modo di fare impresa”, ha sottolineato Granato. Troppe aziende, infatti, confondono la semplice digitalizzazione dei processi – come la fatturazione elettronica o la gestione documentale in cloud – con una reale trasformazione digitale. Quest’ultima, invece, rappresenta un ripensamento strategico, che coinvolge tecnologia, persone e modelli di business.

Granato ha illustrato questa distinzione con esempi pratici. Ha parlato di aziende che hanno iniziato la digitalizzazione con piccoli passi – adottando un CRM per migliorare la gestione clienti o implementando piattaforme di e-commerce – per poi trasformare il loro approccio complessivo al mercato grazie ai dati e all’automazione.

Le aziende che oggi crescono non sono quelle che semplicemente integrano strumenti digitali, ma quelle che ripensano il loro intero modello operativo

Il contesto salernitano: numeri e sfide della trasformazione digitale

Granato ha presentato alcuni dati rilevanti tratti dalle slide, che evidenziano lo scenario attuale della digitalizzazione nel nostro paese e nella provincia di Salerno:

  • Nel 2024 gli investimenti in tecnologie digitali in Italia hanno superato i 25 miliardi di euro, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente.
  • Il 68,1% delle imprese salernitane ha avviato investimenti nella trasformazione digitale, mostrando una crescita rispetto agli anni precedenti, ma con ancora molte sfide da affrontare.
  • L’errore più comune? Pensare che la tecnologia da sola sia sufficiente: senza un cambiamento culturale e organizzativo, gli investimenti digitali rischiano di non portare benefici concreti.

Questi dati riflettono una realtà in trasformazione, in cui molte imprese stanno sperimentando l’uso del digitale, ma poche stanno davvero rivoluzionando il loro modo di operare. È qui che entra in gioco la necessità di formazione e accompagnamento strategico, come quello proposto da Fare Digitale.

Strategie e ostacoli: come affrontare la trasformazione digitale con successo

Uno degli aspetti più interessanti dell’intervento di Granato è stata l’analisi degli ostacoli che le aziende incontrano nel loro percorso di digitalizzazione. “Pensare che basti acquistare tecnologia senza cambiare il modello di business è un errore che vedo troppo spesso”, ha evidenziato.

Ha poi raccontato alcuni casi concreti di aziende che hanno affrontato la trasformazione digitale con successo, tra cui un’azienda del settore agroalimentare che ha implementato l’Internet of Things per monitorare le coltivazioni in tempo reale, riducendo sprechi e ottimizzando la produzione. Un altro esempio riguarda il mondo retail: “Un piccolo negozio che adotta un e-commerce non sta semplicemente digitalizzando la vendita, ma ha l’opportunità di ridefinire la relazione con il cliente, personalizzando l’esperienza e costruendo una strategia omnicanale”.

Il cambiamento, secondo Granato, deve partire dall’adozione di una mentalità data-driven: imparare a raccogliere e interpretare dati per prendere decisioni più efficaci e anticipare le esigenze del mercato.

Scarica le slide per approfondire i temi trattati

Per chi non ha potuto partecipare o desidera approfondire i temi affrontati da Gabriele Granato, è possibile scaricare le slide del suo intervento compilando il form disponibile sul sito PIDMed. Scarica le slide compilando il seguente questionario.

Prossimo appuntamento: strategia digitale e roadmap per l’innovazione

Il percorso di Fare Digitale continua il 6 marzo con un modulo dedicato alla Strategia Digitale e Roadmap per l’Innovazione, tenuto da Giuseppe Noschese. Sarà un’opportunità per gli imprenditori di imparare a pianificare un’innovazione efficace e sostenibile nel tempo.

Per partecipare al prossimo incontro e rimanere aggiornati sul programma, visita il sito di PIDMed e registrati gratuitamente.

Fondo per la Transizione Industriale: nuova opportunità per le imprese

Il Fondo per il Sostegno alla Transizione Industriale, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), rappresenta un’importante iniziativa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo strumento mira a incentivare la decarbonizzazione dei processi produttivi, supportando le imprese nell’adozione di tecnologie avanzate che migliorano l’efficienza energetica e riducono l’impatto ambientale. Attraverso questo Fondo, le aziende italiane possono accelerare il loro percorso verso un modello produttivo più sostenibile, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei.

Obiettivi del Fondo

Il Fondo si propone di:

  • Supportare le imprese nel percorso verso la transizione ecologica.
  • Incentivare l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate.
  • Contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’efficienza energetica.

A chi si rivolge

Possono accedere al Fondo:

  • Imprese manifatturiere che intendono investire in progetti di ricerca e sviluppo.
  • Aziende che mirano a trasformare i propri processi produttivi in ottica di sostenibilità.

Come accedere ai finanziamenti

Le imprese interessate possono consultare il sito ufficiale del MIMIT (link al bando) per ottenere informazioni dettagliate sui requisiti necessari, le modalità di adesione e le tempistiche previste per partecipare a questa importante opportunità di finanziamento.

Perché è importante per le PMI

Il Fondo rappresenta un’occasione unica per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, permettendo loro di:

  • Accrescere la propria competitività sui mercati internazionali.
  • Ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività.
  • Prepararsi alle sfide future legate alla sostenibilità.

Conclusioni

PIDMed, da sempre attento all’innovazione e alla digitalizzazione delle imprese, invita tutte le realtà imprenditoriali a cogliere questa opportunità. La transizione industriale è un passo fondamentale per costruire un futuro sostenibile e competitivo.

Non perdere l’occasione! Visita il sito del MIMIT per maggiori dettagli e scopri come accedere al Fondo per il Sostegno alla Transizione Industriale.

Trasforma la tua PMI con il Bando PID Next: scopri tutti i vantaggi

Sei una micro, piccola o media impresa (MPMI) e vuoi cogliere l’opportunità di innovare grazie alla trasformazione digitale? Il Bando PID Next è la risposta alle tue esigenze! Promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Unioncamere, questo progetto è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per sostenere le imprese italiane nel loro percorso di digitalizzazione.

Cosa offre il Bando PID Next?

Grazie a questo bando, le imprese selezionate potranno accedere a:

  • Analisi della maturità digitale: un esperto del Polo PID Next effettuerà una valutazione personalizzata per identificare i fabbisogni tecnologici della tua azienda.
  • Orientamento e supporto: riceverai un report dettagliato con suggerimenti su partner tecnologici e opportunità di finanziamento per realizzare il tuo progetto.

Requisiti per partecipare

Le imprese ammesse riceveranno servizi del valore massimo di €2.883,00 (più IVA, ove applicabile), coperti fino al 100% per le micro e piccole imprese e fino all’80% per le medie imprese.

Possono candidarsi le imprese che:

  • Sono iscritte al Registro delle Imprese e in regola con il DURC.
  • Rispettano i requisiti previsti dalla normativa antimafia vigente.
  • Appartengono alla categoria di micro, piccole o medie imprese, come definito dall’Allegato 1 del Regolamento (UE) n. 651/2014.

Le domande possono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma restart.infocamere.it utilizzando SPID, CIE o CNS. Le candidature sono aperte dalle ore 10:00 del 16 dicembre 2024 alle ore 16:00 del 29 maggio 2025.

Non perdere questa opportunità!

Il Bando PID Next è un’iniziativa strategica per accelerare la trasformazione digitale del tuo business. Approfitta di questa occasione per migliorare la tua competitività e prepararti alle sfide del futuro.

Per ulteriori informazioni e per consultare l’avviso pubblico completo, visita il sito ufficiale di Unioncamere.

Quel bufalo tra le vigne dell’Azienda San Salvatore

«Ho visto un Bufalo tra le vigne e ho bevuto vino. Ho visto un Bufalo tra le vigne e lui ha visto me.»

Eravamo a conoscenza di questa espressione insolita dell’Azienda San Salvatore, situata nel Parco Nazionale del Cilento – precisamente a Paestum, Stio e Giungano – e abbiamo fatto visita al signor Giuseppe Pagano pensando di avvistare un bufalo durante la nostra passeggiata.

Ma tra i profumi avvolgenti del vino in cantina e la bellezza mozzafiato del panorama circostante, percependo la passione per il lavoro mentre osservavamo le vigne al lavoro, abbiamo ottenuto molto più di quanto immaginassimo. E non solo abbiamo avuto l’occasione di vedere il bufalo, ma si presentava in modo stilizzato, proprio come l’avrebbero visto i Greci.

La Storia

L’azienda nasce nel 2003, quando il sig. Giuseppe Pagano, un imprenditore con trent’anni di esperienza nel settore della ristorazione, decide di dedicarsi alla coltivazione di uva. 

Fonte:  grandichef.com

L’ispirazione nasce dal fascino della Cantina Toscana Ruffino che visita nel 2007 e che suscita in lui il desiderio di riprodurre lo stesso scenario di bellezza. Con determinazione e un approccio imprenditoriale analitico e intuitivo, riesce a portare la “perfezione” in agricoltura.

Acquista 75 ettari di terreno precedentemente coperti da bosco, inizia la coltivazione e nel 2009 avviene la prima vendemmia seguita dalla prima vendita nel 2010.

Ha avuto il supporto di una consulenza da parte di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e attuale enologo della cantina, il quale riconosce a Stio un territorio dalle potenzialità vinicole estreme che, nonostante ciò avesse un significato negativo, avrebbe potuto ben sperare nell’ottenimento di un vino unico. Ma questo lo spinge a cercare altri vigneti, trovandoli in località Cannito, di fronte all’attuale cantina, e vicino a una stalla all’epoca dismessa.

A quel punto, pensò di allevare bufale che producevano latte e dal cui ricavo giornaliero, riusciva a mettere da parte per costruire la cantina. 

Così, San Salvatore 1988 non si limita alla produzione di vino, ma coltiva anche frutteti, uliveti e boschi ed in più 750 bufale. 

Inoltre, avendo a disposizione una vasta gamma di prodotti propri e l’esperienza nel settore alberghiero, Giuseppe Pagano nel 2016, decide di aprire la cucina “La Dispensa”, un unico luogo che, attraverso i suoi sapori, racconta un’intera storia.

Ed ecco chiarita la storia del bufalo. Voleva un simbolo che rievocasse l’antica essenza del territorio, evocando i templi dell’antica Grecia e allo stesso tempo rappresentare quel capitolo significativo nella storia dell’azienda. Tuttavia, poiché il bufalo non era presenti in quei tempi, ha tratto ispirazione dai disegni stilizzati ritrovati su manufatti in terracotta, immaginando come i Greci lo avrebbero rappresentato se lo avessero visto tra le vigne.

Filosofia aziendale 

Il sig. Giuseppe Pagano, con il suo instancabile spirito imprenditoriale ha dimostrato di avere una visione proiettata verso il futuro e, infatti, la sua azienda fu la prima ad aderire ai voucher 4.0 per la digitalizzazione messi a disposizione dalla CCIAA di Salerno. La lungimiranza di Pagano ha guidato l’azienda verso l’espansione, individuando le possibilità del 4.0 anche quando il mercato non comprendeva appieno l’impatto positivo della trasformazione digitale, soprattutto per le piccole imprese identitarie del territorio. 

Giuseppe Sicilia, Responsabile amministrativo, sottolinea che Giuseppe Pagano ha sempre trasmesso all’azienda la sua filosofia di sostegno all’innovazione: «L’azienda per poter vivere e fare profitto ha l’obbligo di innovare per garantire sostenibilità economica e successo nel lungo termine» – afferma – «Inoltre, questa innovazione tiene conto che l’azienda fa biologico al 100% , consentendo così di implementare pratiche sostenibili e rispettose verso l’ambiente». Giuseppe ci parla anche di un terzo tipo di sostenibilità che viene spesso offuscata dalle altre, ma non per questo meno importante: la sostenibilità sociale, sottolineando che la risorsa umana è il primo dei grandi successi di una azienda. 

A dimostrazione di quanto ci è stato detto, l’azienda ha recentemente investito nell’acquisto di un filtro tangenziale, il quale consente il recupero del liquido dalle fecce. Questo non solo garantisce una maggiore qualità del prodotto finale, ma contribuisce anche alla sostenibilità economica complessiva dell’azienda, consentendo il recupero di liquidi aggiuntivi.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, grazie al supporto di PIDMed l’azienda ha intrapreso una collaborazione con Primo Principio nel 2018 tramite i voucher di Pid, ma sta continuando ad aggiornarsi e a proseguire in questa direzione. 

Primo Principio è una società cooperativa specializzata in soluzioni di monitoraggio e supporto decisionale nell’ambito agricolo e della gestione del rischio idrogeologico. Opera con installazioni in Slovenia, Grecia e in Italia, contando circa 300 clienti e operando nel settore da circa 10 anni.

Grazie alle loro soluzioni WiFor, in particolare WiForWine nel settore vitivinicolo, è possibile monitorare una serie di parametri legati al clima, al terreno e alla salute delle piante. Questo permette di ridurre trattamenti chimici, migliorare la qualità e la quantità del raccolto, ottimizzare il consumo idrico e gestire in modo più efficiente i processi di lavoro.

Utilizzando una stazione meteo sul campo e sensori per misurare in tempo reale i parametri ambientali, la piattaforma elabora i dati e fornisce all’utente indicazioni utili per la gestione del vigneto, direttamente su PC, smartphone o tablet.

In questa prospettiva, la collaborazione tra San Salvatore, Primo Principio e Pidmed rimarrà solida e costante. È proprio per questo motivo che giovedì 3 Aprile ci ha visti tutti coinvolti in un’attività sul campo.

I vigneti di Stio 

I vigneti di Stio hanno una configurazione in pendenza, con un fondovalle, caratterizzati da un clima molto rigido e prevalentemente umido. 

Queste condizioni favoriscono lo sviluppo della peronospora durante i mesi più caldi, motivo per cui intervenire in prevenzione con la sensoristica risulta necessario. Tuttavia, Andrea Galante, Project Manager di Primo Principio, dichiara che il fattore umano è importante perché anche l’uso della sensoristica ha bisogno di competenze, formazione e organizzazione.

In questi vigneti, sono state installate tempo fa delle centraline, ma Primo Principio si è reso conto che i dati non venivano trasferiti correttamente e, dal momento che l’azienda deve prepararsi per il momento più critico nelle vigne, siamo andati in campo per effettuare un monitoraggio dove è presente Fiano 2011 coltivato a doppio guyot. In questo vigneto è presente una centralina senza pluviometro, ma dotata di sensori di bagnabilità fogliare e di temperatura.

Il cavo del pannello solare era staccato, probabilmente a causa della presenza di cinghiali e cervi nella zona. Tuttavia, poiché la batteria era ancora carica, si è esclusa la possibilità che questo fosse il motivo del problema di trasferimento dei dati. Si è pensato che potesse essere un problema di copertura del segnale, quindi è stata sostituita l’antenna omnidirezionale con un’antenna direttiva. Alla fine, si è scoperto che il problema era dovuto all’ossidazione causata dalla non corretta chiusura del modem, che permetteva l’ingresso di aria e umidità. 

Ci è stato spiegato che quando il cavo del pannello non trasmette energia, i dati rilevati in campo vengono conservati nel cloud e, nell’arco di tempo in cui non vengono rilevati dati locali, si ricorre ai dati satellitari.

La maggior parte della produzione è concentrata sul Fiano, con un altro appezzamento Fiano 2018 a guyot singolo dove è presente anche la stazione meteo con pluviometro che ha più di 4 anni e quindi ha bisogno di manutenzione.

Tuttavia, anziché sostituire l’intero sistema, Primo Principio opta per interventi mirati sui singoli componenti, in linea con il loro impegno per la sostenibilità.

Infine, in questo appezzamento è stato aggiunto un sensore di umidità nel terreno in una zona centrale. 

Il futuro dell’azienda 

Per quanto riguarda gli obiettivi futuri, l’azienda mira a ottenere la certificazione Equalitas per un bilancio sostenibile. Ora l’azienda si impegna a raggiungere anche la sostenibilità sociale, dimostrando così un impegno completo verso la sostenibilità in tutte le sue forme.

Ascoltare la storia di Giuseppe Pagano ci ha dato conferma dell’importanza, se non della necessità, di introdurre le tecnologie nei processi aziendali. E di quanto sia fondamentale che le aziende abbiano piena consapevolezza della propria maturità digitale non solo per identificare quando e dove concentrarsi nell’implementazione delle tecnologie, ma allo stesso tempo di integrarle nel flusso di lavoro con l’obiettivo rendere efficiente l’intero processo aziendale in un mercato che diventa sempre più competitivo.

Sei interessato anche tu a capire quanto la trasformazione digitale possa supportare la tua impresa? Misura gratuitamente il livello di maturità digitale della tua azienda partendo dal Selfi4.0

Compila qui l’assessment: https://www.puntoimpresadigitale.camcom.it/selfdigitalassessment/index.php/358529

A cura di Fabiana Mango

Leader del Cambiamento: le medie imprese nel Mezzogiorno

Si intitola “Leader del Cambiamento: le medie imprese nel Mezzogiorno” l’evento in programma il prossimo 16 dicembre alla Camera di commercio di Salerno, nel corso del quale verrà presentato un focus dal Rapporto sulle Medie Imprese Industriali di Unioncamere e Area Studi Mediobanca realizzato in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne dedicato alle imprese del Mezzogiorno.

Interverranno, tra gli altri, Andrea Prete, presidente di Unioncamere e della Camera di commercio di Salerno, e Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi Mediobanca.

Qui la diretta 

L’appuntamento è quindi:

Venerdì 16 dicembre 2022, ore 15.30
Camera di commercio di Salerno – Sala Antonio Genovesi
Via Roma, 29 – Salerno

10 borse di studio per la EIT 𝗣𝗼𝘀𝘁-𝗛𝗮𝗿𝘃𝗲𝘀𝘁 𝗦𝗰𝗵𝗼𝗼𝗹

PidMed e la Camera di Commercio di Salerno, in collaborazione con RuralHack  eroga 𝐝𝐢𝐞𝐜𝐢 𝐛𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 (𝐚 𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞)  per la EITFood.eu Post- Harvest School.

𝗖𝗼𝘀’𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗣𝗼𝘀𝘁-𝗛𝗮𝗿𝘃𝗲𝘀𝘁 𝗦𝗰𝗵𝗼𝗼𝗹?

La Post-Harvest School (PHS) è un programma di apprendimento cofinanziato da  EIT Food Education e organizzato da oltre 10 partner internazionali.

La PHS si propone di fare un affondo su 𝗮𝗴𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗿𝗶𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 soffermandosi in particolare su:

  • Tecnologie 4.0 per l’agrifood
  • Dieta Mediterranea
  • Decarbonizzazione dell’agricoltura
  • Marketing per i produttori locali
  • Il futuro delle catene di approvvigionamento
  • Fonti proteiche alternative
  • Bioeconomia ed economia circolare nel foodsystem

e sugli impatti che questi temi hanno sui sistemi di produzione alimentare.

 

La scuola si svolgerà in modalità ibrida:

I partecipanti potranno scegliere tra i 𝗺𝗼𝗱𝘂𝗹𝗶 𝗼𝗻𝗹𝗶𝗻𝗲 proposti quelli per loro più rilevanti

𝗩𝗶𝘀𝗶𝘁𝗲𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗼𝗻𝘀𝗶𝘁𝗲 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗿𝗶𝗹𝗲𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗮𝗴𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲. La visita (di un giorno) cade tra il 4 e il 6 Novembre.

 

𝗔 𝗰𝗵𝗶 𝗲̀ 𝗿𝗶𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮?

Operatori del settore e giovani professionisti del settore agroalimentare;

Agricoltori e Imprenditori agricoli

Consulenti 

Purché iscritti alla CCIAA di Salerno 

 

𝗤𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝘂𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼?

10 giorni (dal 2 all’11 novembre 2022)

 

𝗖𝗼𝗺’𝗲̀ 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮𝘁𝗮?

La scuola si svolge on-line:

2-3 novembre dalle 18 alle 20 (2 sessioni online da 45 min)

7-10 novembre lavoro di gruppo su challenge da scegliere al momento dell’iscrizione

11 novembre presentazione degli output.

 

In aggiunta c’è una visita aziendale (onsite) facoltativa:

5 novembre presso Azienda San Salvatore a Capaccio-Paestum.

 

𝗟𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗶?

Sì, 2 ECTS (Sistema europeo di trasferimento e accumulazione crediti)

 

𝗗𝗼𝘃𝗲 𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗲̀ 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗥𝗨𝗥𝗔𝗟 𝗛𝗔𝗖𝗞 ?

Il 5 Novembre 2022, A Capaccio Paestum, Azienda Visitata: La Dispensa di San Salvatore (All’iscrizione si sceglie 1 tra le 4 visite a disposizione in Europa)

 

𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗯𝗼𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 offerta dalla CCIAA di Salerno?

Ogni impresa (partita iva) può candidare una sola persona inviando i dati fiscali dell’impresa (comprensivi di P.Iva),   il  CV  ed una lettera motivazionale del candidato all’indirizzo mail info@ruralhack.org inserendo in oggetto “PIDMedBorse” 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝟐𝟒 𝐎𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞.

 

Saranno ammesse alle borse di studio  le prime 10 mail giunte in ordine cronologico.

 

Per maggiori informazioni https://www.ruralhack.org/eitfood-post_harvest_school…/…

 

Bando PID voucher digitali I4.0 – Anno 2022

La Camera di Commercio di Salerno ha approvato il “Bando PID voucher digitali I4.0 – Anno 2022” con cui eroga contributi per favorire la digitalizzazione delle imprese femminili e giovanili salernitane.

Le risorse messe a disposizione, pari a euro 761.728,95 sono ripartite in due misure: progetti condivisi da più imprese (da 3 a 20) e presentati da singole imprese e suddivise in due destinazioni (settore turistico e altri settori).

Le spese ammissibili possono riguardare sia servizi di consulenza progettuale e applicativa, sia l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali. Tali spese dovranno essere funzionali all’introduzione delle tecnologie abilitanti quali, a titolo esemplificativo, robotica, manifattura additiva e stampa 3D, internet delle cose e delle macchine; cloud, cyber security, big data, intelligenza artificiale, blockchain, realtà aumentata, realtà virtuale, ricostruzioni 3D e altre, meglio specificate nell’apposito elenco indicato nel bando.

Il contributo massimo – concesso sotto forma di un voucher – è pari a euro 50.000,00 complessivi per le imprese aggregate e pari a euro 10.000,00 per le singole imprese.

Le richieste devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, nell’ambito del sistema WebTelemaco di Infocamere – Servizi e-gov (clicca qui per accedere), dalle ore 10:00 di giovedì 15 settembre 2022 fino alle ore 21.00 di lunedì 31 ottobre 2022 (salvo esaurimento anticipato delle risorse).

Chi sono i soggetti beneficiari del Voucher?

Tutte le Micro o Piccole o Medie imprese che appartengono alle seguenti categorie:

  • IMPRESE FEMMINILI, ossia l’impresa a prevalente partecipazione femminile;
  • IMPRESE GIOVANILI, ossia l’impresa a prevalente partecipazione giovanile.
    (tutti i dettagli sulle definizioni nel BANDO art.4)

A chi è destinato il Voucher?

Sia per la MISURA A che per la MISURA B, i voucher sono concessi alla singola impresa che presenta domanda di contributo. Ogni impresa può presentare una sola richiesta di contributo alternativa tra le Misure A e Misura B.

Chi sono i fornitori di beni e servizi?

  • Competence center
  • Incubatori certificati
  • FABLAB
  • Centri di trasferimento tecnologico
  • Start-up innovative
  • Innovation manager
  • Ulteriori fornitori (a condizione che essi abbiano realizzato nell’ultimo triennio almeno tre attività, a favore di clienti diversi, per servizi di consulenza alle imprese, nell’ambito delle tecnologie di cui all’art. 2, comma 2, Elenco 1 della parte generale del BANDO).

Come viene valutata la domanda?

Sia per la MISURA A che per la MISURA B è prevista una procedura valutativa a graduatoria. Oltre al superamento dell’istruttoria amministrativo-formale, l’ammissione al contributo/voucher è subordinata al posizionamento dell’istanza nell’apposita graduatoria stilata sulla base dell’entità dell’investimento proprio dell’azienda (o dell’aggregazione nel caso della Misura A): tale graduatoria prevede un ordinamento decrescente a partire dalle imprese (o dalle aggregazioni) rispetto alla percentuale di risorse proprie apportate sulla totalità delle spese ammissibili.

A parità di percentuale di risorse proprie apportate sulla totalità delle spese ammissibili, sarà considerato l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

 

Scarica il bando per leggere tutte le informazioni nel dettaglio >>> BANDO (clicca per scaricarlo)

 

 

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