Si comincia a sentire aria di rabbia e si stanno alzando i toni anche da parte dei commentatori che esprimono il loro punto di vista sui giornali.
Molti temono una deriva statalista che, però, questo Governo non può reggere; temono che non si lasci spazio alle imprese per inventare nuovi modi di produrre e guadagnare alla riapertura.
In molti sottolineano la necessità di creare ora delle misure di policy che poi siano tempestive nella loro realizzazione per evitare che ritardi ed errori di timing nell’intervento pubblico possano causare danni. Gli obiettivi degli interventi di policy che vanno definiti sono: minimizzare il danno del blocco delle attività economiche e minimizzare l’estensione e la durata del blocco necessario a frenare il contagio.
Vari esperti e commentatori avanzano proposte che, immaginiamo, saranno allo studio del Governo.
Intanto nei nostri campi servono 250.000 lavoratori e servono con urgenza perché la primavera sta esplodendo e l’estate è alle porte con tutta la produzione agricola che è per l’Italia settore trainante.
Così, dopo aver prorogato automaticamente i permessi di soggiorno fino al 15 giugno dei lavoratori extracomunitari, il Ministro Bellanova si accorderà in questi giorni con la Romania da cui arriva circa un terzo di tutta la manodopera straniera.
E prendiamoci questo tempo anche per pensare a come tradurre in modo concreto il Digital Green New Deal che, se si realizzerà nel modo migliore, potrà avere impatti importanti sui processi di innovazione (digitale e sociale) nei settori in cui il nostro Paese si sta distinguendo: meccatronica, economia circolare, agricoltura, cultura e turismo.
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